Fulvia Franco, Miss Italia 1948, tra Totò e Dino De Laurentiis, a Stresa in occasione del concorso (negativo - singola foto), Publifoto; (26 settembre 1948)
https://dati-asisp.intesasanpaolo.com/lod/resource/PhotographicHeritage/IT-PF-FT001-012290 <https://w3id.org/arco/ontology/arco/PhotographicHeritage>
La foto ritrae la vincitrice Fulvia Franco con Totò e Dino De Laurentis a Stresa durante il concorso di Miss Italia: è il settembre del 1948.
«È il 1939 quando la quattordicenne Isabella Verney eletta Miss Sorriso, vincendo una selezione fotografica ideata da Dino Villani, con la collaborazione dello scrittore Cesare Zavattini, per sponsorizzare una marca di dentifricio: le foto delle concorrenti vengono pubblicate sui settimanali "Il Milione" ed "Il Tempo" e l'iniziativa diventa quasi un fatto nazionale. Dopo la pausa della guerra, riprende il Concorso, questa volta non più solo fotografico, ma con il raduno delle ragazze e la sfilata in passerella: nasce Miss Italia ed è il 1946. È il periodo di Stresa (quattro anni di seguito e poi nel 1958): può ospitare la manifestazione poiché la guerra non ha arrecato danni ai grandi alberghi del lungolago ed è facilmente raggiungibile da Milano.
Nel 1947, epoca d'oro per il cinema, vince il titolo Lucia Bosè, commessa nella pasticceria "Galli" di Via Victor Hugo, a Milano, banco dei marrons glàces. Viene preferita ad altre future star del cinema italiano: Gianna Maria Canale, seconda classificata, Gina Lollobrigida, terza, Eleonora Rossi Drago, Silvana Mangano (che non partecipò, però, alla finale).
Anno di emozioni anche il 1948 quando Miss Italia diviene un concorso a carattere nazionale con l'arrivo dell'Enit al fianco degli organizzatori. Giuria con grandi nomi, tra i quali quello di Totò, presente a Stresa per girare un film con la vincitrice del Concorso, "Totò al Giro d'Italia" (di Mario Mattioli, con Isa Barzizza, Walter Chiari, e con la partecipazione di Fausto Coppi e Gino Bartali), e tre favorite, Anna Visconti, Ornella Zamperetti e Fulvia Franco, che ebbe la meglio. Triestina, rappresentante della bellezza "acqua e sapone", poi moglie del pugile Tiberio Mitri, la ragazza, 17 anni, fu festeggiata al grido di "Viva Trieste" poiché il suo successo ebbe un particolare significato nel momento di tensione per la rivendicazione d'appartenenza di Trieste all'Italia. Il suo ritorno a casa, in un giorno di ottobre, fu un trionfo: un corteo di automobili accompagnò Miss Italia al posto di blocco del Territorio libero di Trieste e il percorso dal confine alla città vide la folla ferma lungo le strade ad applaudire e a salutare con bandiere e fazzoletti tricolori» (Storia di Miss Italia, http://www.missitalia.it/index.php).
Nel libro "Le Olimpiadi della bellezza. Storia del concorso di Miss Italia (1946-1964)" (Pacini ed.), Marzia Leprini sostiene la tesi che all'origine il concorso proponsse all'attenzione degli italiani due tipi di bellezza e due tipi di donne: la "bella italiana", prossima fidanzata, poi moglie e madre, e la "maggiorata", «diva dalla vita sopra le righe».
Nella foto, Totò bacia la vincitrice secondo una gag ripetuta più volte a teatro e al cinema: comincia a baciare la mano della ragazza e poi, seguendo la linea del braccio, arriva al viso, non prima di aver consegnato un lungo sguardo al décolleté. In questo caso, l'abbottonata camicetta di Fulvia Franco allontana ogni tentazione.
"Miss Italia" è anche un film del 1950, ambientato a Stresa e diretto da Duilio Coletti da un'idea di Alberto Lattuada, con Gina Lollobrigida, Richard Ney, Constance Dowling, Luisa Rossi, Carlo Campanini, Luigi Almirante.
Alla vigilia di Miss Italia, un giornalista (Richerd Ney) decide di fare un'inchiesta, che ha per oggetto le candidate. Ciascuna delle cinque ragazze costituisce un caso a sé: c'è la contadina, che vuol evadere dal suo paesello; c'è l'ambiziosa, che sogna l'effimera gloria. C'è una sciagurata ragazza, "la donna di tutti", che spera di potersi rifare un'esistenza: Lilly è interpretata da Constance Dowling che alla fine del 1949 conobbe Cesare Pavese, il quale si innamorò di lei senza mai essere contraccambiato (a Constance sono dedicate le poesie della raccolta Verrà la morte e avrà i tuoi occhi e La luna e i falò). C'è infine una modesta sartina, che il padre ferroviere ha iscritto al concorso, a sua insaputa, per consiglio d'un losco figuro che lo coinvolge in un traffico di gioielli rubati. Lilly, che ha scoperto nel furfante l'uomo cui deve la propria rovina, salva il ferroviere. Costringe il delinquente a salire col tesoro rubato sulla sua auto e, lanciata la macchina a corsa pazza, lo trascina con sé alla morte. Scomparsa l'avversaria più temibile, la sartina Lisetta (Gina Lollobrigida) vince il concorso e sposa il giornalista.